Il ciclo del dieting
Il ciclo del dieting si instaura quasi sempre quando iniziamo una dieta di tipo restrittivo.
Quando cerchiamo di metterci a dieta è molto semplice rimanere intrappolati in questo ciclo di restrizione, perdita di controllo, senso di colpa e restrizione più severa.
Quando si inizia una dieta spesso le porzioni vengono diminuite drasticamente, alcune tipologie di cibi vengono eliminati e alcuni alimenti diventano “cattivi” sia per la salute che per l’obiettivo “perdita di peso”.
All’inizio ci si può sentire molto bene e motivati perché si iniziano a vedere dei cambiamenti: il peso scende, le persone iniziano a notarlo.
Ma questa fase dura ben poco. Possiamo iniziare infatti a sentirci a disagio e fuori controllo in prossimità del cibo. La sensazione di fame aumenta e così anche il desiderio di mangiare, in particolar modo quegli alimenti considerati off-limits dal piano alimentare.
Questo prima o poi porta inevitabilmente alla perdita di controllo nei confronti del cibo. Possono essere presenti delle vere e proprie abbuffate in cui grandi quantità di alimenti vengono consumate in pochissimo tempo e con la sensazione di non riuscire a fermarsi.
Può succedere anche di aumentare le quantità delle porzioni in maniera sostanziale (anche maggiori di quelle consumate prima della dieta), senza però perdere il controllo.
Spesso i pensieri che accompagnano questi comportamenti sono molto auto-svalutanti.
Senso di colpa, vergogna, tristezza, rabbia sono spesso le emozioni più comuni che si provano dopo un episodio di abbuffata o di overeating.
Questi pensieri e queste emozioni portano a un nuovo tentativo di restringere le porzioni, sia qualitativamente che quantitativamente, per riprendere il controllo che si è perso sull’alimentazione.
Così il ciclo si chiude e ne inizia uno nuovo di restrizione/perdita di controllo.
Durante questi cicli il peso tende ad oscillare e spesso si recuperano i chili persi nelle prime settimane, fino a prenderne di nuovi.
Un altro effetto collaterale è quello di alterare profondamente le sensazioni fisiologiche di fame e sazietà. Spesso lo stimolo della fame viene percepito con un’intensità molto maggiore e quello della sazietà sembra del tutto assente.
Uscire da questo circolo vizioso si può, e per farlo è importante rivolgersi a dietisti e nutrizionisti abilitati, competenti e formati sui disturbi del comportamento alimentare.
Abbandonare l’idea di dieta come restrizione e che certi cibi siano tabù, imparare di nuovo ad ascoltare le sensazioni fisiologiche di fame e sazietà, sono i primi passi per uscire da questo circolo vizioso e per ritornare ad alimentarsi in maniera spontanea, consumando qualsiasi tipo di alimento.
Giusto. Ma perché non vi limitate a parlare di nutrizione e dovete sconfinare nella psicologia?? Perché puntualmente vi rifate ad argomenti su cui non siete preparati, che non sapete gestire perchè non é il vs. Ambito? Perché non si è mai visto uno psicologo che parli di nutrizione clinica, ma tutti i nutrizionisti Adesso parlano di psicologia? Io mi farei un bel bagno di umiltà.
Buonasera Francesca,
mi permetto di rispondere in quanto conosco molto bene la dott.ssa. Sono una psicoterapeuta cognitivo comportamentale, con master sul trattamento dei dca e lavoro proprio insieme ad Eleonora. Gli approcci integrati sono i più efficaci, ovviamente la dott. ssa non fa psicoterapia, come io non dò piani nutrizionali, ma vedere oltre le calorie ed i valori nutritivi è un valore aggiunto. Inoltre è basilare come messaggio verso i lettori.
Un saluto,
Monica.